Rizoartrosi - Artrosi Trapezio-Metacarpale
Degenerazione artrosica dell’articolazione
trapezio-metacarpale, causa di persistente dolore con
marcato deficit funzionale del primo raggio. Colpisce
prevalentemente il sesso femminile tra i 50 e 60 anni.
Si tratta di una patologia altamente evolutiva sì da
sfociare, nelle fasi più avanzate, in una forma di
completa rigidità articolare, in adduzione del metacarpo
ed iperestensione della metacarpofalangea, con marcato
deficit della funzionalità del 1° raggio, nonostante si
associ ad attenuazione o addirittura a scomparsa del
dolore. La gravità di tale malattia si evidenzia
considerando il ruolo, ritenuto fondamentale, della
suddetta articolazione nella funzionalità della mano.
TERAPIA:
CONSERVATIVA nelle prima fasi valutando le condizioni del paziente, l’età, l’esigenze, le attività lavorative, l’intensità dei disturbi, i reperti rx-grafici. Viene quindi prescritto l’uso di tutori, cicli di F.K.T., infiltrazioni con cortisone. Fondamentale la collaborazione del paziente che deve assolutamente impegnarsi ad utilizzare la mano con la massima prudenza evitando di sottoporre l’articolazione ad eccessivi impegni funzionali.
CHIRURGICA: Nelle fasi successive la necessità di tale terapia diventa fondamentale.
Le tecniche sono molteplici e vengono scelte in funzione della gravità della forma patologica, delle esigenze del paziente e secondo le preferenze del chirurgo, che adotta la metodica più idonea in base alla propria esperienza.
Personalmente da anni nelle fasi avanzate della malattia effettuo, con ottimi risultati, la rimozione del Trapezio seguita da tenosospensione (utilizzazione di segmenti tendinei a sostegno del 1° raggio in sostituzione del Trapezio rimosso).
Segue un periodo di 25gg di immobilizzazione su tutore o valva rigida, quindi avvio a cauta mobilizzazione e ripresa graduale della completa autonomia funzionale.
Negli stati iniziali della malattia, invece, buoni risultati si ottengono con la semplice osteotomia cuneiforme correttiva del metacarpo.
Lo scopo dell’intervento è di ristabilire il fisiologico rapporto delle superfici articolari riducendo la sublussazione, caratteristica iniziale di tale forma patologica. È ovvio che tale intervento esige una sufficiente condizione delle superfici articolari.
Torna ad Attività Chirurgica
Fig. 1
Fig. 2
TERAPIA:
CONSERVATIVA nelle prima fasi valutando le condizioni del paziente, l’età, l’esigenze, le attività lavorative, l’intensità dei disturbi, i reperti rx-grafici. Viene quindi prescritto l’uso di tutori, cicli di F.K.T., infiltrazioni con cortisone. Fondamentale la collaborazione del paziente che deve assolutamente impegnarsi ad utilizzare la mano con la massima prudenza evitando di sottoporre l’articolazione ad eccessivi impegni funzionali.
CHIRURGICA: Nelle fasi successive la necessità di tale terapia diventa fondamentale.
Le tecniche sono molteplici e vengono scelte in funzione della gravità della forma patologica, delle esigenze del paziente e secondo le preferenze del chirurgo, che adotta la metodica più idonea in base alla propria esperienza.
Personalmente da anni nelle fasi avanzate della malattia effettuo, con ottimi risultati, la rimozione del Trapezio seguita da tenosospensione (utilizzazione di segmenti tendinei a sostegno del 1° raggio in sostituzione del Trapezio rimosso).
Trapezio asportato
Tendine Flessore radiale del carpo. Uno dei tendini
utilizzato per la teno sospensione
Segue un periodo di 25gg di immobilizzazione su tutore o valva rigida, quindi avvio a cauta mobilizzazione e ripresa graduale della completa autonomia funzionale.
Risultato a distanza del caso Fig 1
Risultato a distanza del caso Fig 1
Risultato a distanza del caso Fig 2
Negli stati iniziali della malattia, invece, buoni risultati si ottengono con la semplice osteotomia cuneiforme correttiva del metacarpo.
Lo scopo dell’intervento è di ristabilire il fisiologico rapporto delle superfici articolari riducendo la sublussazione, caratteristica iniziale di tale forma patologica. È ovvio che tale intervento esige una sufficiente condizione delle superfici articolari.
Torna ad Attività Chirurgica