Morbo di Dupuytren

Retrazione progressiva dell’Aponeurosi palmare, formazione disposta "a ventaglio" dal legamento Carpale alla base delle dita, con graduale flessione di queste. In genere interessa 4° e 5° dito. Molteplici le teorie sulla patogenesi.
Bizzarra l’evoluzione della malattia. Può permanere una fase iniziale caratterizzata da una semplice asintomatica "ombelicatura" sul palmo, spesso definito dal paziente come "callo", che può restare tale o andare incontro ad una progressiva formazione di cordone sottocutaneo, degenerazione aponeurotica (spesso purtroppo confuso come degenerazione tendinea), con progressiva flessione del dito corrispondente.


Dupuytren 1
Fig. 1



Dupuytren 2
Fig. 2



TERAPIA:

Chirurgica: la terapia è chirurgica e consiste nella rimozione della porzione aponeurotica degenerata prestando la massima attenzione alle strutture vascolo-nervose spesso coinvolte nella degenerazione e in tal caso il rispetto di queste ultime è ancora più difficoltoso.


Dupuytren 3
Un caso di degenerazione aponeurotica






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Neoformazioni cordoniformi caso Fig.1 e Fig.2







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Neoformazioni rimosse con estensione delle dita







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Aponeurectomia effettuata.
Fascicoli vascolo-nervosi preparati






RECIDIVE:

Per quanto scrupolosa possa essere la condotta terapeutica, possono verificarsi episodi che presentano lo stesso quadro patologico definiti come "recidive".
Non esiste un intervento ideale, universale per prevenire la ricomparsa della malattia, ma può esistere la possibilità di prevedere le recidive in funzione di fattori generali, decorso clinico, contesto familiare, fattori di stress, momento e rapidità dell’insorgenza, età, sesso, associazione a malattie, bilateralità della patologia, interessamento di più raggi, localizzazione della patologia in altre parti del corpo.
Le recidive di interesse chirurgico rivestono grande importanza sia per il disturbo funzionale prodotto dalla malattia già trattata, sia per le difficoltà riscontrabili in sede di applicazione delle tecniche chirurgiche. Possono essere aggravate dal processo di cicatrizzazione o dalle complicanze post-operatorie del primo intervento e risultare ancora più invalidanti se sono localizzate a livello articolare o in continuità con peduncoli vascolo-nervosi, magari già alterati precedentemente. Pertanto l’intervento si presenta particolarmente ostico anche per chirurghi con notevole esperienza.
I principali elementi che rendono difficoltoso il trattamento delle recidive sono la copertura cutanea, il rispetto delle strutture vascolo nervose e le rigidità delle strutture articolari associate.
Di notevole importanza è inoltre la tempestività dell’eventuale reintervento chirurgico all’insorgere della recidiva, quando i tentativi di prevenzione post-chirurgici si sono rivelati scarsamente efficaci.



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